03 / Crisi energetica, quali conseguenze per famiglie e imprese?

Siamo alle porte di 3 lockdown energetici di cui uno impossibile da evitare:

  1. Il primo dovuto alla crisi dei prezzi. Di fatto molte imprese e attività commerciali stanno chiudendo o hanno ridotto drasticamente la capacità produttiva e la forza lavoro e molte famiglie sono in difficoltà economica nel pagare le bollette.
  2. Il secondo imposto da un piano di emergenza nazionale. Se l’inverno sarà freddo e la situazione geo-politica non dovesse migliorare, c’è l’alta probabilità di un razionamento energetico.
  3. Il terzo conseguente ad una crisi economica e finanziaria senza precedenti.

Come sempre, andiamo in ordine.

  • 1 kWh ad agosto 2020 costava 40 €/MWh.
  • 1 kWh ad agosto 2021 costava 112 €/MWh
  • 1 kWh ad agosto 2022 è costato 543 €/MWh

La previsione degli addetti ai lavori è che arriveremo presto, probabilmente molto presto, ad 1.000 €/MWh = 1 €/kWh.

Forse più che previsione è un modo gentile per esorcizzare una paura.

Si perché 1 €/kWh significa, per capirci, che ogni giorno a casa spenderemo:

ElettrodomesticokWhUso in oreConsumoCostoSpesa
Forno elettrico (2.000 W)20,5111
Condizionatore (1.600 W)1,634,814,8
Phon (2.000 W)20,250,510,5
Frigorifero (300 W)0,3247,217,2
Pc (50 W)0,0580,410,4
Scaldabagno (1.200 W)1,211,211,2
Lavatrice (2.100 W)2,11,53,1513,15
Microonde (700 W)0,70,50,3510,35
Tv (200 W)0,230,610,6
Totale19,2
Fonte: la mia.

Ora, facciamo che da ignorante in elettrotecnica stia sbagliando i conti del 50%, stiamo parlando di una spesa mensile per la sola materia prima di 248 € senza considerare i costi extra della bolletta, le accise e l’IVA.

In questo scenario, pur potendo controllare i consumi giornalieri dalla mia APP Enrica, sono letteralmente impazzito quando in un solo giorno ho speso 22 € per 30 kWh.

Le reazioni dei clienti finali a bollette inaspettate sui consumi di luglio, ha dato un primo assaggio di ciò che potrà accadere in futuro.

Ecco perché, per capire quali saranno le reali conseguenze future di questa crisi energetica, dobbiamo anticipare un tema reale e concreto che affronteremo in un prossimo articolo: i nostri consumi sono legati ad abitudini che non possiamo cambiare nell’immediato perché sono automatismi consolidati di cui non possiamo fare a meno.

Le nostre abitudini quotidiane (le nostre azioni inconsapevoli) con l’energia ad 1 €/kWh avrebbero un costo fisso di almeno 200 € al mese, se i conti della tabellina sono sbagliati al 50%.

Se solo fossero corretti, beh parliamo di 300-350 €/mese.

Le conseguenze per le famiglie, con questi costi, sono più che prevedibili.

E per le imprese?

In un intervista televisiva per uno speciale mi hanno posto questa domanda:

Ci sarà davvero uno tsunami economico per le imprese?

La mia risposta è stata che usare il futuro, in questi casi, è un errore.

Lo tsunami economico per le imprese è in corso, non ce ne accorgiamo solo perché per il momento stiamo vedendo le bollette in vetrina.

Quei fogli di carta, però, non sono altro che i documenti contabili inviati dai fornitori di energia ai clienti finali. Fatture che in molti casi non sono ancora scadute.

E quando scadranno, cosa accadrà?

A quel punto mi aspetto l’iniziativa estratti conto in vetrina.

Perché le aziende e le attività commerciali non hanno e non avranno la cassa per pagare. Forse con qualche escamotage finanziario e attingendo alle riserve si riuscirà a pagare la prima fattura, la seconda, la terza, ma è oggettivamente insostenibile pensare di poter reggere per mesi.

E quando le aziende e le attività commerciali non saranno più in grado di pagare le bollette, cosa dovranno fare i fornitori di energia? Cosa dovremo fare noi fornitori di energia?

Aiutarli con un piano di rientro o sospendere la fornitura?

I fornitori in grado di gestire piani di rientro a medio-lungo termine, oggi sono pochi, molto pochi.

La stragrande maggioranza dei grossisti e reseller ha un’esposizione finanziaria senza precedenti e sono a rischio fallimento.

Siamo a rischio fallimento.

Oltre al Sole24Ore, qui un articolo molto interessante del Fatto Quotidiano: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/09/22/caro-energia-decine-di-rivenditori-a-rischio-default-da-ottobre-ecco-perche-e-che-cosa-rischiano-i-loro-clienti/6811844/

E allora, se non possiamo rateizzare le bollette dei nostri clienti perché a nostra volta siamo già enormemente esposti finanziariamente, allora non ci resta che minacciare la sospensione della fornitura.

I clienti non capiranno, non pagheranno e cambieranno fornitore lasciando insolvenze impossibili da gestire e continuando ad accumulare debiti su debiti.

Il rischio di accumulare debiti su debiti, però, è acuito anche da un problema tutto italiano e che riguarda molto da vicino la mia infinita passione per il marketing. So che il ragionamento che sto facendo rischia di essere troppo semplicistico e di parte, ma è una realtà oggettiva.

La PMI italiana non ha mai avuto capacità di sviluppare strategie di marketing per realizzare un sistema di acquisizione clienti che non sia il banalissimo “apro, abbasso i prezzi e spero che i clienti entrino di loro spontanea volontà”.

Abbiamo sempre vissuto, in qualsiasi settore, una continua guerra del prezzo più basso, dello sconto, dei saldi. L’imprenditore medio italiano, in modo particolare il commerciante su strada, non ha il coraggio di alzare i prezzi prima del suo competitor.

Alzare i prezzi prima del competitor significa azzerare la pedonabilità all’interno dell’attività commerciale. Se la pizza margherita da me costa 10 € e da Ciro u zuzzus costa 5 € allora i tutti i clienti andranno da Ciro u zuzzus.

Punto.

Non aumentare i prezzi pur di continuare a vendere e non interrompere il flusso di cassa alla giornata, non farà altro che peggiorare i conti economici e finanziari delle aziende sul medio periodo.

Se le famiglie devono prendere consapevolezza delle loro abitudini di consumo, gli imprenditori devono comprendere che l’energia da un costo fisso, più o meno prevedibile, è diventato un costo variabile che incide direttamente nel prezzo del bene o servizio che si vende.

E se non sono stato abituato a vendere a prezzi più alti, grazie alle strategie di marketing, allora non riuscirò ad adeguare i prezzi in tempo per non veder fallire la mia azienda.

Discorso articolato e complesso, lo capisco, ma la sintesi a mio giudizio è proprio questa.

  • Senza una soluzione ad alto livello (?!?!?!?) il prezzo dell’energia rischia seriamente di arrivare ad 1 €/kWh o comunque di restare sui livelli attuali, che sono insostenibili sul medio periodo.
  • Un prezzo insostenibile, abbinata all’incapacità commerciale, porterà molte aziende e attività commerciali a chiudere bottega, sia perché il costo dello stare aperti è elevato, sia perché il potere di acquisto dei clienti è inferiore e quindi diminuiscono i ricavi e le entrate sia perché il prezzo di vendita non copre quello di acquisto. Persone a casa senza lavoro o in cassa integrazione, imprenditori indebitati fino al collo.
  • Un potenziale razionamento dei consumi porterà alla alla chiusura forzata, oltre che delle aziende, anche di uffici pubblici e scuole (vedi lockdown in pandemia). Persone obbligate a lavorare da casa.
  • Persone a casa (per necessità o per obbligo) significa un aumento pro-capite dei consumi domestici, un ulteriore costo scaricato sulle famiglie. Aumenta la bolletta, diminuiscono o si azzerano le buste paga. Diminuisce il potere di acquisto.
  • I costi di qualsiasi bene e servizio continuano ad aumentare. Aumenta l’inflazione.
  • Fine del sistema economico.

Ora, anche in questo caso torniamo con i piedi per terra.

E’ uno scenario oggettivamente irrealizzabile però una cosa è certa:

Non sappiamo cosa voglia dire per l’ecosistema paese/continente pagare l’energia 1 €/kWh.

E’ un posto in cui non siamo mai stati, è una scala di prezzo/costo che “il sistema” non ha mai previsto.

Cosa accadrò, ad esempio, alle aziende farmaceutiche che producono farmaci? Al comparto produttivo dell’alimentazione? Ai servizi pubblici?

E’ uno scenario impossibile da prevedere e proprio per questo dobbiamo fare tutto quanto necessario per non arrivarci o comunque per tornare a livelli accettabili prima possibile.

Ma prima di immaginare o proporre nuove soluzioni alla crisi, dobbiamo passare necessariamente da un cambio di paradigma legato alla percezione che abbiamo del consumo energetico.

Lo scopriremo nel prossimo articolo del “Bollettone di Guerra”

Disclaimer

"Bollettone di guerra" è un momento di riflessione personale sulla crisi energetica. Le analisi che troverai in questi articoli non sono di un esperto tecnico del settore, non lo sono mai stato e non credo di poterlo essere ora. Qui troverai il punto di vista di una persona innamorata dell'energia che cerca, sempre, di avere una visione del futuro. Errori e inesattezze dimostrano che ho studiato male e quindi le valutazioni che derivano da tali errori sono di fatto sbagliate. Ti prego di correggermi e se puoi, di capirmi.

CEO Revoluce | CMO Stantup Service | Rivoluzionario | Marketer | Innowattore | Formatore | Papà | Lettore | Ducatista | Teslaro | Innamorato