Limiti e opportunità dell’offerta PLACET

E’ notizia di ieri che l’AEEGSI, dopo un ampio percorso di consultazione, con la delibera 555/2017/R/com ha ufficialmente introdotto dal 1° gennaio 2018 l’obbligo per tutti i venditori di elettricità e gas del mercato libero d’inserire tra le proprie offerte anche la PLACET cioè un’offerta predefinita rivolta a famiglie e piccole imprese a Prezzo Libero A Condizioni Equiparate di Tutela da qui il nome PLACET).

Sintetizzando l’offerta PLACET prevede:

Servizi di vendita -> Un’offerta composta da una quota fissa mensile in €/Punto e una quota variabile (divisa eventualmente in fasce orarie) in €/kWh (es. 10 €/Mese comprensivo di PCV, costi amministrativi, costi commerciali, ecc… e 0,05500 €/kWh per il consumo)

Oneri passanti -> Per tutto quanto riguarda il dispacciamento, il trasporto, la distribuzione e gli oneri generali di sistema si farà riferimento a dei corrispettivi standard stabiliti dalle principali delibere AEEGSI: TIT, TIME, TIS.

Clausole contrattuali -> Tutte le clausole contrattuali sono definite da un modello di Condizioni Generali di Fornitura cui ogni fornitore deve fare riferimento.

Quest’articolo non è dedicato al cliente finale ma a professionisti del settore per cui non entro nel dettaglio delle caratteristiche, anche perché la scheda tecnica disponibile a questo link è abbastanza esaustiva:https://www.slideshare.net/slideshow/embed_code/key/u19fvewmzjftx3

Ciò che m’interessa è condividere una mia personale considerazione per capire quali sono i limiti e le opportunità di questo nuovo provvedimento.

Ne ho individuati 3 (+1) ed avrei piacere a confrontarmi con te nei commenti 😉

‘AEEGSI si è finalmente accorta (con qualche anno di ritardo) che la partita del mercato libero si gioca si, sullo stesso campo, ma ognuno con regole diverse.

La stessa Autorità con la normativa sul mercato di tutela ha giocato (o fatto giocare) una partita “tutta sua” stabilendo invece per tutti gli altri, regole differenti o libere da interpretazioni.

Ciò ha fatto si che in mezzo al campo si creasse il caos più totale.

Con l’offerta PLACET si cerca di mettere ordine, indicando molto presumibilmente quale sarà il campo da gioco del prossimo futuro e invitando i fornitori del libero mercato a parteciparvi anche se, al momento, non ci sono spettatori (i clienti finali).

Stabilisce delle regole chiare su come deve essere un’offerta di energia e definendo un metodo di confronto trasparente cui il cliente può far riferimento per valutare facilmente la convenienza o meno delle singole offerte.

NON obbliga però i fornitori ad avere SOLO questo tipo di offerte ma li invita ad averle in valigetta lasciandoli liberi, comunque, di offrire al cliente finale l’offerta “non regolamentata” (con condizioni migliori per loro).

PRIMO GRANDE LIMITE

I consumatori, dopo 10 anni di liberalizzazione, non sono informati sulle reali opportunità del libero mercato.

Lo dimostra il flop della Tutela Simile in termini di numeri.

Per cui anche l’offerta PLACET, se non sarà accompagnata da strategie complete di promozione e informazione resterà uno dei tanti provvedimenti che hanno provato a definire una linea guida me che nessuno perseguirà per oggettivi interessi personali.

Qui veniamo al SECONDO GRANDE LIMITE:

E’ un provvedimento che non tiene conto del corto circuito che si è creato all’interno del sistema di vendita.

Un sistema di vendita “push” dov’è il venditore che propone l’offerta e non il cliente che la richiede. Strutture di vendita tradizionali, agenzie porta a porta e teleselling sono ancora gli strumenti più utilizzati dai fornitori di energia per raggiungere i budget stabiliti e per farlo sono disposti a pagare sempre di più.

Più crescono le provvigioni, più l’offerta al cliente prevede oneri aggiuntivi, più il mercato s’inquina.

Quale venditore, che ha necessità di guadagnare per vivere, proporrà al cliente finale l’offerta PLACET che avrà una marginalità ridotta all’osso e un rischio switch altissimo?

Qui non ci sono soluzioni pratiche reali. Molto dipenderà dalla capacità dai fornitori di formare i propri venditori sull’opportunità di sfruttare al massimo la semplicità dell’offerta PLACET (facendo leva sulla sua trasparenza) così da aumentare il numero di chiusure accontentandosi di una provvigione inferiore o, meglio ancora, legata quasi esclusivamente al consumo del cliente.

La marginalità è la causa principale del TERZO GRANDE LIMITE:

Si esaspera la guerra dei prezzi!

La semplicità di confronto (che resta un’ottima cosa) abbinata alla possibilità di switch a 3 settimane stimola il cliente finale (consapevole) ad un continuo cambio fornitore alla ricerca delle migliori condizioni di mercato in quel momento.

Cosa accadrebbe in uno scenario ribassista? Una strage!

Ecco perché l’adesione all’offerta PLACET dovrebbe considerare una deroga alla normativa sul recesso obbligando il cliente ad un tempo minimo di permanenza in fornitura legato, ovviamente, a dei riferimenti standard di qualità che (paradossalmente) sono già considerati all’interno del modello di Condizioni Generali di Fornitura proposto dalla stessa delibera.

Ma IL LIMITE PIU’ GRANDE in assoluto, secondo me, è il seguente:

La coesistenza tra l’offerta contrattuale e il modello di fatturazione.

Sia chiaro, a mio giudizio la bolletta 2.0 è fatta appositamente per NON far capire nulla al cliente ma con una semplice revisione normativa potrebbe diventare il non plus ultra della trasparenza.

Come? Semplicemente definendo i corrispettivi tutto incluso per ogni singola sezione aggregata così da consentire al cliente di verificare autonomamente e semplicemente la corretta applicazione in fattura dell’offerta PLACET.

In un bel file excel disponibile CLICCANDO QUI l’Autorità riporta quali sono i corrispettivi che compongono una fattura di energia elettrica e/o gas sul mercato di tutela.

L’opportunità è consentire al cliente di avere all’interno dell’aggregato del trasporto e gestione del contatore anche la possibilità di vedere il costo fisso di riferimento (in questo caso 1,58 x 1), il costo potenza di riferimento (1,80 x 3) e il costo variabile di riferimento (0,00842 x consumo). Allo stesso modo può accadere per gli oneri di sistema con la distinzione dei due scaglioni (che a breve saranno eliminati).

Oggi oltre il 90% dei clienti non è in grado di leggere a capire una bolletta.

Un recente studio di Nomisma Energia ha definito che “Ci vogliono 9 minuti per leggere una bolletta elettrica ma 6 ore per comprenderla. Forse per via delle 179 cifre che si trovano nel documento. Bollette troppo difficili da leggere e una certa pigrizia delle persone oltre alla lentezza dei tempi di passaggio e il poco margine di sconto sono i principali motivi che rendono critico il processo di liberalizzazione del mercato elettrico.” 

E’ chiaro che il problema non è l’offerta o la conclusione del contratto ma ciò che poi avviene realmente in fattura?

Chi controllerà che l’offerta PLACET sarà fatturata correttamente dai singoli fornitori? Quali sono le sanzioni per chi proverà a barare?

Come sempre siamo in presenza di un provvedimento ottimo teoricamente ma “monco” nella pratica.

Tu cosa ne pensi? Scrivilo nei commenti e se vorrai consiglia o condividi l’articolo. Apprezzerò molto!

Grazie!

GdA

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